palermoxnoi.it
In evidenza

Luoghi di Palermo

Luoghi noti e meno noti della città di Palermo

Abbazia di Monreale e Duomo
L'abbazia benedettina di Monreale comprendeva oltre al duomo e al chiostro anche il dormitorio dei monaci, il refettorio, la foresteria, e tutte le attrezzature necessarie alla vita comunitaria. Del monastero oggi rimane poco anche se un recente intervento di restauro ha recuperato tre torri. Il duomo faceva parte di un complesso unitario che comprendeva oltre all'abbazia anche il palazzo reale e l'episcopio. La cattedrale venne però costruita nel 1174 su ordine di Guglielmo II e fu dedicata alla natività della Madonna. L'interno della chiesa è suntuoso, con mosaici di rara bellezza realizzati in oro, che rappresentano passi della Bibbia.

L'osservatorio astronomico
E' posto su una delle torri del Palazzo Reale di Palermo. Fu edificato nel 1791 al tempo dell'illuminato vicerè Caramanico. Qui il celebre astronomo Giuseppe Piazzi scoprì il pianeta Cerere nel 1801 e compilò un catalogo di ben 8000 stelle osservando per 24 anni il cielo.

Teatro Massimo
Il teatro fu edificato tra il 1875 ed il 1891 su progetto di Giovan Battista Basile, portato a compimento dal figlio Ernesto dal 1891 al 1897. Risponde alle esigenze di equilibrio e di esterno decoro della civiltà borghese del secolo scorso. Il teatro, fra i più significativi d'Europa, occupa una superficie di 7730 metri quadrati. Ai lati della grande scalinata ci sono due gruppi bronzei, "la Lirica " di Mario Rutelli e "La tragedia" di Benedetto Civiletti. La sala può contenere 3200 perone.

Il quartiere ebraico
Il quartiere ebraico era compreso tra il Ponticello, la via Candelai e la via del Giardinaccio (strade del centro storico di Palermo). Si formò a partire dal IX secolo dopo la conquista musulmana della Sicilia. Chiamato in arabo "Harat al Yahud" era composto da una serie di misere casupole poste ai margini del torrente Kemonia, e soggette per questo a frequenti alluvioni. Aveva il suo centro in una sinagoga. Gli ebrei vi restarono indisturbati per tutto il tempo che la Sicilia accolse serenamente i popoli di qualsiasi origine. Ma nel 1492 il fanatismo di re Ferdinando il Cattolico scacciò gli ebrei dalla Spagna e dalla Sicilia. I loro beni furono venduti e la sinagoga passò nelle mani della nobiltà locale.

La Porta Felice
Nel 1581 il Cassaro (la strada principale di Palermo in quell'epoca) venne prolungata dalla chiesa di Porto Salvo fino al mare. Il vicerè Marcantonio Colonna, che aveva promosso quell'ardita opera urbanistica, volle che il nuovo ingresso all'arteria dal mare s'adornasse di una porta grandiosa, degna dell'altra (Porta Nuova). Nel 1582 egli pose la prima pietra e battezzò la nuova costruzione con il nome di Porta Felice.

Porta Nuova
Carlo V, reduce nel 1535 dalla vittoriosa battaglia di Tunisi entrò trionfalmente a Palermo da questo antico ingresso alla città (Porta Nuova). L'ossequioso senato cittadino propose che, a ricordo dell'episodio, fosse abbattuta la modesta porta quattrocentesca allora esistente e ne fosse costruita un'altra maestosa a guisa di arco trionfale. I lavori tuttavia cominciarono molto più tardi, nel 1583 e risentirono delle mutate condizioni di gusto. Nel 1669, a causa di un fulmine che si abbattè sulla porta facendo esplodere un deposito di polveri, fu gravemente danneggiata.

Albergo dei Poveri
Era stato fondato nel 1733 con lo scopo di accogliere i poveri inabili e le giovani vagabonde ed orfane. Al piano terreno della costruzione che si trova in corso Calatafimi erano i servizi, i refettori, un pastificio ed un importante setificio. Al piano superiore vi erano i dormitori mentre al terzo piano alloggiavano le persone di servizio. Anessa all'albergo dei Poveri c'è una chiesa che nella facciata mostra l'inaridirsi delle forme settecentesche.

La Cuba
All'interno della Cuba oggi sorge una caserma dell'esercito. In epoca borbonica invece ospitava un quartiere di cavalleria detto dei Borgogni, e la chiesa con il convento della Vittoria. Della chiesa adesso rimangono solo alcune strutture. Il nome Cuba non può essere riferito ad una cupola mai esistita ma probabilmente alla sua natura di padiglione di soggiorno diurno.

La via bandiera
La via Bandiera rappresenta il tratto centro occidentale della lunga strada che dall'alto del Seralcadio raggiungeva il mare. Il tratto di strada denominato "Bandera" nel XVI secolo era molto più esteso dell'attuale. La tradizione affida il curioso nome ad una bandiera retta da un puttino posto su uno dei palazzi della strada. Tuttavia la denominazione, estesa per altro a tutta la contrada, è più antica della statuina cinquecentesca di almeno due secoli. Molte categorie di artigiani e produttori si sono avvicendati in questo luogo; ciò dimostra il valore assunto in tutte le epoche da questa importante via di collegamento, abitata prevalentemente dal ceto medio dedita a professioni nobili.